BUON VIAGGIO ELLIOTT
La sua scomparsa è stata annunciata mercoledì da Magnum e successivamente confermata al New York Times da sua figlia, Sasha Erwitt

Purtroppo ce lo aspettavamo, il mitico fotografo ed ex presidente della celebre agenzia Magnum, ha lasciato questo mondo all’età di 95 anni, nel sonno e nella sua casa a New York. La sua scomparsa è stata annunciata mercoledì da Magnum e successivamente confermata al New York Times da sua figlia, Sasha Erwitt..
Il mondo della fotografia ha conosciuto molte leggende nel corso degli anni, ma pochi hanno lasciato un’impronta così indelebile quanto Elliott Erwitt. Nato il 26 luglio 1928 a Parigi da genitori russi di origine ebraica con il vero nome di ELIO ROMANO ERWITZ, poi cambiato in Elliott Erwitt durante le leggi razziale fasciste, è diventato uno dei fotografi più celebri e rispettati del XX secolo, noto per il suo sguardo ironico a volte sarcastico ma a volte drammatico allo stesso tempo.
La sua infanzia turbolenta, contrassegnata dalla fuga dalla crescente minaccia nazista, portò Erwitt negli Stati Uniti all’età di 10 anni. Si stabilì a New York City, una metropoli effervescente che sarebbe diventata il palcoscenico delle sue future imprese fotografiche. Erwitt coltivò il suo interesse per la fotografia durante l’adolescenza, imparando da autodidatta e affinando quel suo modo unico di guardare il mondo.
Mentre alcuni fotografi si specializzano in un genere specifico, Erwitt ha spaziato dalla street photography ai ritratti, dalla fotografia documentaristica alla pubblicità. La sua abilità nel catturare momenti fugaci e la sua maestria nel creare immagini che comunicano storie complesse lo hanno reso un maestro della sua arte. Una delle fotografie più celebri resta “California Kiss”, è un perfetto esempio di come si possa narrare l’essenza di un momento, ma anche di farlo con uno spirito leggero e giocoso. Quelle cartoline che diventano icone per sempre.

La carriera di Erwitt è stata coronata da numerosi riconoscimenti e onori. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il prestigioso Lifetime Achievement Award dalla International Center of Photography nel 2015. Le sue opere sono state esposte in mostre di tutto il mondo, da New York a Parigi, da Tokyo a Londra. La sua influenza ha avuto eco non solo nella comunità fotografica, ma anche nella cultura popolare.
Oltre alle sue opere artistiche, Erwitt ha anche contribuito significativamente alla documentazione di eventi sociali e politici cruciali. La sua serie di fotografie sulla Guerra Fredda e sulla vita quotidiana a Cuba è stata particolarmente acclamata, mostrando la sua abilità di fondere l’arte con l’importanza storica.
Non ho dubbi che l’eredità di Elliott Erwitt continuerà a prosperare. La sua influenza la ritroviamo nelle nuove generazioni di fotografi, una tecnica semplice che strizza l’occhio ad una società sempre troppo di fretta.
Per tutti questi motivi Elliott Erwitt rimarrà una figura leggendaria nel mondo della fotografia, come Henri Cartier Bresson ha conquistato il cuore di milioni di appassionati di fotografia in tutto il mondo. La sua eredità è destinata a brillare ancora per molti anni a venire, ispirando e guidando le generazioni future seppur usando nuove tecnologie che si rinnovano ogni giorno.
Buon viaggio Elliott!
Altri articoli di questa rubrica
La fotocamera digitale più grande al mondo!
Gilbert Garcin: L’esistenza è altrove
Le fotografie che hanno fatto la storia dell’hip hop
Mary Ellen Mark – Senza confini
Helga Stentzel – Fotografia surrealista domestica
Reuben Wu – La fotografia è un verso di una poesia dimenticata
WEEGEE – Il crimine diventa Arte
Terry O’Neill – Al posto giusto nel momento giusto
THE CAL 2025 – Un ritorno al passato così così

Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
No comment yet, add your voice below!