Manfredo Tafuri (1935–1994), il celebre storico dell’architettura italiano, pubblicò “L’architettura moderna in Giappone” nel 1964. All’epoca Tafuri aveva ventinove anni e non aveva visitato il Giappone. Il suo volumetto sull’architettura del dopoguerra è stato il primo di una serie di guide sull’architettura contemporanea sotto la direzione di Leonardo Benevolo. Tradotto per la prima volta in inglese, il libro presenta una rara visione da outsider del movimento metabolista e di figure come Kenzō Tange uno dei critici più astuti del secondo Novecento.
Le idee di Tafuri sull’architettura giapponese si sono formate principalmente attraverso testi, inclusi articoli di riviste e fotografie contemporanee. In che modo Tafuri ha scelto le realizzazioni degli architetti giapponesi come fulcro delle sue riflessioni sull’architettura moderna? Cosa succede quando uno storico dell’architettura si affida esclusivamente alle fotografie per formulare giudizi su un edificio?
Curato e introdotto da Mohsen Mostafavi, questo volume riflette su queste e altre domande, presentando il testo tradotto accanto a saggi di Marco Biraghi, Catherine Ingraham, Ken Tadashi Oshima, Federico Scaroni e Hajime Yatsuka, oltre a una ricca raccolta di immagini. Insieme, questi materiali situano il lettore in relazione alla borsa di studio di Tafuri, alle storie dell’architettura giapponese e alla critica italiana e alle idiosincrasie di questo testo luminoso.
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