Dopo Milano, Napoli e Vicenza ecco a Torino la presentazione dle nuovo spazio dedicato alle Gallerie d’Italia.
Il museo sposa bene il passato con il futuro e si apre alle persone con una grande agorà ed un imponente scalone che diventeranno anche luogo di socialità e condurranno i visitatori verso gli spazi espositivi destinati alle mostre.
La nuova sede museale è uno spazio interamente dedicato alla fotografia e alla video arte con l’intento e la dedizione per affrontare i temi del contemporaneo.
Michele De Lucchi firma il progetto architettonico che ha saputo trasformare lo storico palazzo tenendo ferme le nuove esigenze e incrociandole con la tutela e conservazione delle opere d’arte, la sostenibilità e la piena accessibilità.
La prima cosa che colpisce, appena varcata la soglia di piazza San Carlo, è l’enorme scalinata che scende e conduce sotto la piazza.
Le zone ipogee, un tempo caveau, spazi storici della banca e sale destinate ai consigli di amministrazione, ospitano: un ampio spazio destinato al desk biglietteria pensato come un luogo di incontro a disposizione dei visitatori e della cittadinanza; aule didattiche destinate alle scuole che partecipano ai diversi programmi formativi; la sede dell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo visibile attraverso una grande vetrata e consultabile digitalmente attraverso una parete interattiva digitale; le mostre fotografiche, progetti originali commissionati dalla banca a grandi fotografi internazionali per indagare i temi cruciali del nostro tempo; una grande sala multimediale con pareti completamente proiettabili che regalano una vera e propria esperienza
immersiva al visitatore. Personalmente ho trovato un po’ dispersivo il percorso, poco segnalato, labirintico. Più di una persona si fermava a chiedere alle pazienti hostess, da che parte si doveva proseguire. Stanze, scale un po’ anonime, corridoi ignoti, circondano le sale principali che invece sono strepitose, futuristiche, immersive, forse un pochino troppo buie ma l’esperienza è davvero imperdibile.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura Beni Storici Intesa Sanpaolo, ci lascia questa suggestione: “Sogno che domani tanti ragazzi, ormai uomini e donne, possano dire di aver compreso i grandi temi dell’attualità attraverso i nostri progetti sulla fotografia. Progetti culturali e “sociali”.
L’inaugurazione ci regala tante curiosità ma sopratutto due mostre meravigliose e interessantissime.
La mostra “La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia” di Paolo Pellegrin, uno dei maestri della fotografia contemporanea, ha viaggiato per oltre un anno alla ricerca di immagini che immortalassero la grandiosità della natura. È passato dall’Islanda alla Groenlandia, dalla Sicilia al Trentino Alto-Adige, dalla Namibia alla Costarica cercando la presenza dei quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco. Quello che ci circonda, mentre ci addentriamo nelle buie sale, è un reportage fotografico d’autore dedicato al tema del cambiamento climatico con la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi.
Siamo di fronte ad immagini sia a colori che in bianco e nero, fotografie che raccontano il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Fermare il proprio sguardo sui dettagli della terra, su iceberg, sulla lava dei vulcani, sugli animali o su alberi incendiati diventa un’indagine sull’uomo e sul suo rapporto con lo spazio che lo circonda.
Pellegrin fa una scelta, perde di vista l’essere umano che è sempre stato uno dei focus nei suoi reportage celebri, gli abitanti del mondo restano
quindi osservatori della meraviglia che in qualche modo stanno sprecando a proprio discapito. Ad accompagnare la mostra un dialogo tra il fotografo e il giornalista Mario Calabresi, che da anni segue con attenzione il lavoro di Pellegrin.
La mostra è composta da immagini inedite, spesso presentate sotto forma di installazione, che trasformano lo spazio delle Gallerie d’Italia di Torino in un luogo di apparizioni, e non semplicemente di esposizione.
Il percorso continua e si arriva alla seconda mostra “Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo” una selezione di immagini storiche dell’Archivio omonimo a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso, che documenta il miracolo economico dal dopoguerra fino alla più grande conquista dell’uomo moderno, lo sbarco sulla luna. Per capire l’Italia di oggi è quanto mai opportuno un tuffo nel passato, che illustri passo a passo quel che il Paese è stato ed è diventato nella seconda metà del secolo scorso.
Nel 1945 l’Italia è un Paese in ginocchio: esce da 20 anni di fascismo e da cinque di guerra. È un Paese letteralmente «a terra». La mostra testimonia la ricostruzione del Paese, con le sue difficoltà e i suoi entusiasmi.
Come ben suggerisce Rocco Moliterni su Il giornale dell’Arte: “… la mostra indica anche l’evoluzione dei media nella società italiana: un arco che inizia con la signora che ascolta la radio mentre sferruzza e si chiude con la magica serata del luglio 1969, quando tutto il Paese assiste in televisione a un’avventura capace di illudere che il mondo sarebbe cambiato: «Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’Umanità», come lo definì Neil Armstrong
camminando per la prima volta sul nostro satellite in quell’estate del 1969.”.
L’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, che conta sette milioni di immagini realizzate dagli anni Trenta agli anni Novanta da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane, avrà sede permanente negli spazi del museo. Dal 17 al 22 maggio 2022, si potrà accedere gratuitamente, previa prenotazione sul sito
Dopo Pellegrin, ci sarà presto il fotografo statunitense Gregory Crewdson e si stanno allacciando relazioni con Luca Locatelli, Paolo Verzone e l’Agenzia Spaziale Europea, Cristina Mittermeier con National Geographic. Saranno 2 anni di intensi lavori e di progetti originali, in modalità innovativa per il desiderio di approfondire i temi legati alle domande del nostro tempo.
Paolo Pellegrin – Installazione video: Ribe, Jutland, Danimarca, 2021.
Il sole nero – Uno dei più affascinati fenomeni osservabili in natura, oltre un milione di storni vola al tramonto e all’alba oscurando il sole.
Info: https://www.gallerieditalia.com/content/gdi/it/homepage.html
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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