Ap/Punti di vista: MONFEST 2022 – Biennale di Fotografia
Mariateresa Cerretelli è già di per sé una certezza e se a questo aggiungiamo una cornice straordinaria come quella di Casale Monferrato più una scelta di autori che spazia da celebri maestri della fotografia italiana a giovanissime visioni, possiamo dire che raggiungere risultati straordinari è cosa fatta.
E così è stato fin dalla serata di presentazione andata in scena venerdi 25 marzo. Complice una bellissima giornata primaverile e una splendida organizzazione che ha dato luogo ad un perfetto debutto della tanto attesa Biennale di Fotografia – MONFEST 2022.
Dallo splendido salone Vitoli, all’interno del Museo Civico, gli assessori Gigliola Fracchia, Emanuele Capra e il sindaco Federico Riboldi hanno riassunto le molteplici attività che verranno offerte fino al 12 giugno. Mariateresa Cerretelli ha approfondito tutti gli eventi e anche il significato del claim del festival “Le forme del tempo. Da Francesco Negri al contemporaneo”, il tempo, nella sua natura fatta di sedimentazione e restituzione amplificata, è infatti il protagonista silenzioso degli scatti esposti ma allo stesso tempo è un’ espressione ispirata da Italo Calvino che definiva le città la forma del tempo e che in questo contesto viene estesa ai paesaggi, alle realtà dei ritratti e alle creatività espresse dai fotografi esposti.
L’omaggio a Francesco Negri è dovuto. Fu un fotografo innovatore e sperimentatore della seconda metà dell’Ottocento, brevettò un teleobiettivo e si dedicò a microfotografie e stereoscopie e tutto questo lo fece mentre era anche sindaco di Casale e avvocato di professione. Insomma, un uomo dalle molteplici sfumature professionali e creative.
In questa prima edizione del MonFest è necessario sottolineare altri due grandi valori. Il primo è il team che si è dedicato alle curatele delle mostre: Mariateresa Cerretelli ha portato con sé il meglio della fotografia italiana e così in ogni mostra potrete trovare le preziose collaborazioni di Giovanna Calvenzi, Renata Ferri, Elena Ceratti, Andrea Elia Zanini, Luciano Bobba, Simona Ongarelli, Carmi e Giovanni Battista Martini, Benedetta Donato, Paola Casulli, Elisa Costanzo e Luigi Mantovani.
L’altro grande valore è donato dalle straordinarie sedi che lo rendono un festival diffuso. Il primo incanto è il Duomo dedicato a Sant’Evasio; superato il portone d’ingresso si viene accolti nel suggestivo ambiente del nartece, grandioso e rarissimo in Italia, la cui volta a nove compartimenti è un capolavoro di statica e presenta numerosi richiami nell’architettura armena e islamica, un luogo che lascia spaesati dalla bellezza e che ospita l’altrettanto incantevole Tributo al Cenacolo di Leonardo da Vinci, riletto e reinterpretato da Maurizio Galimberti.
La sacralità e l’intensità sublime del Cenacolo vengono restituite nella loro pienezza secondo il ritmo e lo stile caratteristico dell’autore, il cui lavoro ha richiesto un processo delicatissimo, mettendo in sinergia Polaroid / Fuji Instax e digitale.
Altro luogo magico è il teatro Municipale della città: nel foyer è in mostra il lavoro #homeTOhome di Raoul Iacometti: ballerini di tutto il mondo ritratti con il cellulare nelle loro case in posizioni plastiche durante il lockdown.
Poco distante altro edificio storico di grande fascino, l’Accademia Filarmonica all’interno di Palazzo Gozzani Treville e, salendo l’imponente scalone, trovano posto le finaliste del concorso “Storie di donne”, la collettiva dal titolo “Guardarsi per rinascere – ritratti e autoritratti al femminile”.
Nel salone principale, illuminate da un curioso gioco di faretti, ecco Silvia Camporesi, vincitrice del premio Soroptimist, con il lavoro “Domestica”. Un diario umano e personale, un racconto del quotidiano in quei giorni in cui abbiamo vissuto qualcosa di sconosciuto, come l’obbligo di restare a casa e dove qualcosa si è rotto, come un piatto all’improvviso.
Forse non tutti sanno che Casale Monferrato ospita una delle più belle Sinagoghe d’Europa ed è proprio in questo luogo sacro che è possibile ammirare l’intensa visione di Lisetta Carmi, “Viaggio in Israele e Palestina”, immagini inedite realizzate durante i due soggiorni del 1962 e del 1967, in cui Lisetta ha colto la complessa realtà di cui era costituito il nuovo Stato di Israele.
Presso il Castello di Casale occorre prendersi un po’ di tempo, perché al suo interno ci sono parecchie mostre di cui godere, dal sopracitato omaggio a Francesco Negri alle Fotomorfosi Infernot di Ilenio Celoria allestite in suggestivi ambienti storici.
Nelle altre sale ai piani superiori si incontrano “Il Tanaro a Masio” di Vittore Fossati, l’incredibile ricerca fotografica di Claudio Sabatino “Fotografare il tempo. Pompei e dintorni” che ci porta a soffermarci sulle rovine storiche, magnifiche testimoni della catastrofe e l’insediamento odierno, testimone della selvaggia espansione edilizia, danno vita a una relazione paradossale che ridefinisce in senso sociale il nostro patrimonio e la sua tutela.
Anche Valentina Vannicola e Silvio Canini trovano spazio nelle sale del Castello. Valentina è una delle principali rappresentanti in Italia della staged photography, la fotografia della “messa in scena” e presenta come reali, immagini costruite secondo le dinamiche proprie del cinema. Qui troviamo la serie “Living Layers”, un progetto di rilettura del territorio del VI Municipio di Roma.
Silvio Canini espone nella sala che si affaccia sulle mura alte del Castello, vicino ai torrioni; varcando la porta si entra nel mondo poliedrico di questo artista: immagini, figurine e installazioni lo raccontano al meglio.
E poi c’è Gabriele Basilico. Nel 2006 il nostro grande e amato fotografo aveva realizzato un lavoro di rilettura del territorio proprio di questi luoghi “Monferrato, terra senza confini”. La selezione originale è stata arricchita, dopo un’approfondita ricerca d’archivio, con alcune immagini inedite, alle quali si aggiunge un progetto sul Delta del Po realizzato nel 2009, ripercorrendo i luoghi fotografati, a partire dagli anni Cinquanta, da Pietro Donzelli. Un video propone anche alcuni momenti del lavoro e della vita di Gabriele, mentre si racconta, mentre cerca la giusta inquadratura e narra del suo profondo interesse per le architetture e per tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, quindi una mostra perfetta per il tema di questo straordinaria prima edizione del MONFEST 2022.
Il programma è davvero ricco di eventi: ci saranno interessanti talk come quella con Maria Vittoria Backhaus e io, mi autocito ma con doverosa umiltà, avrò l’occasione di intervistare l’amico e maestro Guido Harari. Ci saranno le letture portfolio e altri eventi e sinergie oltre il territorio che non vi racconto e vi lascio scoprire mentre vi farete trasportare dalle vie di una città poco conosciuta, con bellezze sublimi e con i ritratti in vetrina, un luogo che merita sicuramente la vostra visita.
Cosa state aspettando?
Info: https://www.comune.casale-monferrato.al.it/MonFest2022
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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