Un grande fotografo, eccentrico, ironico, critico, spietato ma empatico.
Per capirlo fino in fondo devi entrare nelle pieghe della sua ironia e in quel momento ciò che sembra banale diventa incredibilmente originale. L’esasperazione diventa la parte divertente dell’esagerazione.
D’altra parte fu lui a dire:
“Il compito della fotografia per lo più è quello di esagerare. La maggior parte della fotografia nei giornali sono menzogne. Le foto di moda mostrano persone bellissime che non lo sono in quel modo. Le foto di viaggio mostrano il lato migliore dei luoghi, ma sono lontane dalla realtà. Nei servizi di cucina, il cibo sembra sempre meraviglioso, irreale, finto? E questo perché la maggior parte delle immagini che consumiamo sono propaganda”.
Non si può dargli torto.
Martin Parr è il più celebre fotografo inglese contemporaneo ed è Membro della Magnum Photos dal 1994, sa mostrare uno sguardo molto personale del mondo contemporaneo e tra i suoi temi principali ci sono le trasformazioni socio-culturali dell’Inghilterra dell’epoca Tatcher, il turismo internazionale e l’omologazione dei comportamenti e degli stili di vita.
Usa il colore saturo perché il Bn è una celebrazione della vita mentre a lui interessa essere critico, spesso impiega il flash anulare perché è diretto, la luce arriva in faccia e spoglia la fotografia da ogni possibilità di romanticismo ma non ama sentirsi definire “fotografo kitsch” perché è una versione pigra e dispregiativa, il suo lavoro è molto più denso e profondo dell’impatto che si può avere leggendo solo la superficie dell’immagine.
Avevo visto molte sue mostre e conoscevo il suo lavoro ma è solo dopo aver letto questo libro che sono riuscito ad ordinare i fili della sua opera.
In questa lunga intervista potrete scoprire tutte le sfumature che avvolgono l’uomo e l’opera di Martin Parr, dalla giovinezza, le polemiche nate dalla pubblicazione delle sue fotografie nell’Inghilterra degli anni Ottanta, l’arte, il reportage, il collezionismo.
Martin Parr non ama parlare molto di sè ma grazie a questa intervista scoprirete un mondo inaspettato che pur assomigliando ad un documentario non si volge solo verso l’esterno, ma all’intento di una società spesso annegata nel consumismo e imbrigliata nel tentativo di voler essere globalizzata. In fondo non si tratta di guardare altrove per avere una visione nuova, ma di riuscire a guardare in modo diverso quello che tutti hanno sotto gli occhi e questo gli riesce davvero bene.
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TOMMASO OTTOMANO – IL REGISTA DEI MANESKIN
Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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