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Angelo Vignali

di PHocus Magazine

Martedì 14 giugno è stato nostro ospite live Angelo Vignali, in dialogo con Massimo Mastrorillo. Abbiamo parlato del suo lavoro “How to Raise a Hand” ma anche di tanto altro…
 
 
 

How To Raise a Hand è un lavoro plasmato dal lutto e dal ritrovamento di una scatola contenente 313 fotografie ritagliate delle dita del padre dell’artista, scomparso nel 2018.
La mostra presentata da Mucho Mas! mette in scena l’incontro immaginario tra Angelo Vignali e suo padre tramite una serie di atti performativi e installativi che raccontano dell’esplorazione fisica e materiale di questa assenza.
Sculture, oggetti, immagini e quadri, si trasformano in nuove forme astratte diventando oggetti ibridi dai poteri quasi trascendentali. Una metamorfosi che l’autore ha effettuato per un auto riconoscimento, portando una codifica informale degli oggetti, riempiendoli di nuovi contenuti e livelli di interpretazione.
gesti che Vignali propone, dapprima nel suo studio e poi in mostra, trasformano la galleria in un corpo scomposto costituito da oggetti e immagini vaganti, dove abbandonare o ritrovare un sé all’interno di qualcosa che “è stato” ed “è ora”.
Ne segue una serie di cortocircuiti installativi dove nulla è più riconoscibile se non il desiderio di mettere in scena il complicato rapporto tra immagini e memoria.
Con la cera, il calco della mano viene riempito e produce una copia simile ma non identica, come la riproduzione di una fotografia. La fotografia, mezzo di sospensione del tempo per eccellenza, qui diventa quasi una promessa per il futuro. Passato e presente si fondono creando una nuova identità.

Nato nel 1987, Angelo Vignali vive e lavora a Milano. Il suo lavoro indaga come la memoria e il tempo si relazionino tra loro attraverso le immagini e come questa relazione influenzi la nostra percezione della realtà. Lavora con diversi media: materiale d’archivio, installazione, scultura e fotografia. Decontestualizza e riorganizza immagine e narrazione, creando significati nuovi, diversi, a volte stranianti. Approccia la narrazione personale come un processo creativo e un’operazione digestiva, in cui l’individuo osserva e riorganizza lo svolgersi del tempo nella sua vita, l’emanazione di ricordi, sogni e fantasie.
Si laurea in Architettura al Politecnico di Genova nel 2016, e ottiene un master in Fotografia all’Università Iuav di Venezia nel 2018. Nel 2019 il suo progetto Flattened in Time and Space è stato shortlisted al MACK First Book Award e al Fiebre Dummy Award ed è presentato con un’installazione site-specific al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna all’interno della mostra collettiva: Sguardi, Sguardi e Prospettive sulla Nuova Fotografia Italiana. Nello stesso anno partecipa come finalista all’ottava edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. Nel 2020, Flattened in Time and Space è pubblicato da Witty Books. Nel 2021 il suo nuovo progetto, How to Raise a Hand, è inserito nella shortlist di Images Vevey Book Award e Self Publish Riga 2021. Il lavoro ha vinto l’Open Call di Images Gibellina e ha ottenuto la menzione speciale dell’Andy Rocchelli Grant. How to Raise a Hand è ora pubblicato da Witty Books.

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Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
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Massimo Mastrorillo

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