Bio
Marco P. Valli è un fotografo Italiano nato nel 1989 a Monza. Dopo il diploma ottenuto nel 2009 all’Istituto d’Arte di Monza, nel quale comincia ad approcciarsi alla fotografia, frequenta nel 2010 l’Accademia delle Belle Arti di Brera per poi specializzarsi nel 2011 presso la scuola di fotografia CFP Bauer a Milano. A marzo dello stesso anno intraprende un periodo di internship presso CESURA, un gruppo indipendente di fotografi fondato nel 2008 che produce progetti fotografici che variano dal reportage alla fotografia documentaristica e di ricerca. Dopo questo periodo entra a fare parte del gruppo come fotografo e collaboratore interno, producendo progetti sia personali che collettivi. Nel Novembre 2017, dopo alcuni anni di ricerca sul tema della sessualità, Marco, insieme ad Anna Adamo, pubblica il suo primo libro, edito da Cesura Publish: Bakeca, un progetto di ricerca fotografica sull’esibizionismo legato alle espressioni della sessualità. Nel 2018, insieme a Luca Santese, sviluppa il progetto Realpolitik, un’analisi critico-satirica sulla situazione politica Italiana dopo le elezioni del 4 Marzo 2018 che viene pubblicata periodicamente attraverso una serie di volumi (Boys Boys Boys, Popolopopolo, Lega Nord Party, MoVimento Lento) ed esposta in forma installativa sperimentale. Nel 2020 Marco realizza il suo secondo libro in collaborazione con Luca Santese Il Corpo del Capitano, una ricerca incentrata sui linguaggi di propaganda politica di Matteo Salvini, leader politico della Lega. I lavori di Marco sono stati pubblicati su magazine nazionali ed internazionali (come ad esempio Time, Vogue, Il Corriere della Sera, L’Espresso, Vanity Fair, Internazionale e Vice) e sono stati esposti in tutta Italia. Oggi incentra il suo lavoro soprattutto sulla fotografia documentaristica e di ricerca in Italia.
Bakeca
Bakeca è una ricerca fotografica sull’esibizionismo legato alle espressioni della sessualità, realizzata da Marco P. Valli e Anna Adamo tra il 2014 e il 2016 in Italia. Inserendo un annuncio su un noto sito web Italiano di incontri per adulti, gli autori hanno avuto accesso alla vita e agli spazi intimi dei soggetti fino ad allora dischiusi nella dimensione semi-privata della rete, nonché a luoghi pubblici noti per questo tipo di incontri, con lo scopo di fotografare l’esibizione di alcuni aspetti invisibilizzati o taciuti della loro sessualità. L’omonimo libro, edito da Cesura Publish, raccoglie le fotografie scattate dagli autori durante questi incontri e una selezione del materiale digitale d’archivio ottenuto dalle e-mail e dalle immagini allegate ad esse in risposta all’annuncio.
IL CORPO DEL CAPITANO di Luca Santese e Marco P. Valli
Nel 2018 i fotografi Luca Santese e Marco P. Valli hanno documentato in chiave critico-satirica la genesi della cosiddetta Terza Repubblica. Le immagini prodotte costituiscono il progetto Realpolitik che prende forma in una serie di pubblicazioni indipendenti e installazioni di carattere sperimentale. Conclusa l’esperienza del primo Governo Conte, i fotografi decidono di concentrare la propria indagine su Matteo Salvini, leader politico della Lega e del Centro-destra Italiano, soprannominato dai sui stessi elettori il Capitano.
Santese e Valli partecipano a decine di feste di partito, comizi e manifestazioni della Lega ponendo la loro attenzione sull’utilizzo del corpo a fini politici da parte del Capitano. Il motivo di tale scelta risiede nell’avere riconosciuto un carattere innovativo nel linguaggio di propaganda Salviniano. Buona parte della comunicazione politica contemporanea è costituita dall’utilizzo di immagini e Salvini produce costantemente fotografie in cui espone se stesso, la sua quotidianità ed il suo corpo rappresentandosi come “uomo del popolo”. Il ruolo che era storicamente affidato ai fotografi di mestiere viene scavalcato dal politico che, in questo modo, si autorappresenta. La rappresentazione avviene principalmente attraverso i canali social che, seguiti da milioni di follower, costituiscono un organo di stampa privilegiato mediante il quale Salvini informa direttamente i suoi seguaci senza che giornali e televisioni possano agire da intermediari. Nella comunicazione salviniana è altresì decisiva la capacità di fagocitare e utilizzare a proprio vantaggio ogni tipologia di comunicazione esterna compresi critiche e attacchi.
Santese e Valli sono stati direttamente coinvolti in questo meccanismo. Una loro fotografia di Salvini, parte di Boys Boys Boys, primo volume del progetto Realpolitik, fu scelta dal settimanale americano Time come copertina dell’edizione Europea. Sotto il titolo dell’articolo The new face of Europe figurava in bianco e nero il volto in primissimo primo piano del leader sorridente illuminato con una luce dal basso. Tutti fattori che contribuirono ad offrire agli europei un’immagine del politico italiano tutt’altro che rassicurante. Salvini, soprassedendo a questa tipologia di rappresentazione e all’articolo che ne criticava l’operato, decise di postare questa immagine sui propri canali social ed utilizzarla sulla comunicazione stampata di alcune successive manifestazioni nazionali allo scopo di legittimare ulteriormente la propria figura politica.
In risposta a quella che appare una strategia comunicativa inattaccabile, lo sforzo di Santese e Valli è quello di tentare di riappropriarsi del ruolo che storicamente appartiene al fotografo. Una documentazione organica e puntale dell’attività politica salviniana costituisce lo scheletro dell’intero progetto ma le modalità di confronto con il linguaggio salviniano non sono di carattere mimetico. Intento degli autori, al contrario, è quello di esasperarne i caratteri ripetitivi e grotteschi e provocarne un’inversione di segno.
Lo stile fotografico del lavoro si contrappone radicalmente a quello di Salvini. Ad un’estetica amichevole, pop e colorata si oppone un bianco e nero rigoroso, oscuro e distopico. Questo aspetto d’inversione non riguarda esclusivamente lo stile delle fotografie ma anche la loro organizzazione. In principio il progetto sembra documentare fedelmente e ironicamente gli aspetti della propaganda salviniana ma nel suo svolgimento emergono i caratteri di contropropaganda che sfociano in un sottolivello di racconto immaginario proposto dai fotografi. Una risposta alla narrazione faziosa che spesso il politico utilizza. Misure che gli autori prudentemente adottano nel tentativo di non essere nuovamente fagocitati.
Il Corpo del Capitano prende forma attraverso un libro. Quello che in apparenza può risultare un veicolo anacronistico rispetto ai tempi di fruizione rapidi dell’immagine nel panorama contemporaneo è una presa di posizione sulla necessità di dedicare del tempo alla fruizione delle immagini e alla riflessione su di esse, sul loro utilizzo e sull’influenza che esercitano. Un approccio critico e non di rapido consumo. In copertina una maschera del volto di Salvini. La stessa immagine che si rivoltò nella sua ambiguità torna svuotata dei suoi occhi evocando così la superficie, il costume, l’involucro, la smorfia, il personaggio, il caratterista Salvini. Un uomo che ha dimostrato di avere la capacità di incarnare decine di ruoli. Dal padano all’italiano, dal padre di famiglia al fidanzato innamorato, dal goloso al tifoso, da ruspista a felpista e si potrebbe continuare a lungo. Matteo Salvini costituisce di fatto un modello ideale per gli autori che sentono, attraverso la rappresentazione del suo corpo, di poter evocare ognuno di questi ruoli attraverso un unico soggetto.
Il Corpo del Capitano non è il lavoro sul corpo di un solo uomo, ma su tutti quelli che questo specifico corpo incarna: il corpo nazionale, elettorale, mediatico, comunicativo. La Bestia, Morisi, i sostenitori, gli adoratori: una moltitudine di corpi che costituiscono un unico Corpo, quello del Capitano.
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