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Al MAST di Bologna la mostra “IMAGE CAPITAL” di Armin LInke ed Estelle Blaschke

di PHocus Magazine

Pubblicità Kodak per il Recordak Miracode System, 1966. George Eastman House, Legacy Collection

IMAGE CAPITAL

La fotografia come tecnologia dell’informazione

La mostra IMAGE CAPITAL, curata da Francesco Zanot, allestita negli spazi espositivi del MAST, è la risultanza della collaborazione tra il grande fotografo Armin Linke e la storica della fotografia Estelle Blaschke, ricercatrice dell’Università di Basilea.

Un progetto visivo e di ricerca che ha richiesto oltre quattro anni di lavoro e racconta una storia della fotografia diversa: quella dei suoi innumerevoli utilizzi pratici e della sua funzione come tecnologia dell’informazione. La mostra IMAGE CAPITAL, al MAST di Bologna dal 22 settembre all’8 gennaio 2023, è un ambizioso progetto artistico che investiga la fotografia come sistema di creazione, elaborazione, archiviazione, protezione e scambio di informazioni visive: un vero e proprio capitale il cui possesso corrisponde a un autentico vantaggio strategico.

Il fotografo Armin Linke e la storica della fotografia Estelle Blaschke, ricercatrice dell’Università di Basilea, esplorano attraverso immagini, testi e altri materiali le diverse modalità attraverso cui la fotografia viene utilizzata all’interno di differenti tipologie di processi di produzione, in particolare in ambito scientifico, culturale e industriale: grazie alla fotografia, infatti, i sistemi di comunicazione e di accesso alle informazioni sono migliorati esponenzialmente fino a consentire lo sviluppo delle industrie globali e di vasti apparati governativi.

“Dentro questo circuito – spiega Francesco Zanot – le immagini fotografiche assumono un peculiare valore descrivibile come una vera e propria forma di capitale. La spinta all’utilizzo della fotografia come tecnologia dell’informazione è avvenuta intorno alla metà del Novecento, quando i processi gestionali e amministrativi di aziende e istituzioni si stavano espandendo e necessitavano di essere ottimizzati”.

Con la fotografia digitale c’è stato un vero e proprio salto di scala. “Anziché essere soltanto i soggetti delle fotografie – prosegue Zanot –, gli oggetti del nostro mondo vengono oggi costruiti sulla base delle fotografie stesse e delle loro rielaborazioni, invertendo un rapporto precedente unidirezionale. Queste trasformazioni portano con sé alcune fondamentali ricadute sul piano economico e politico: le grandi masse di immagini che alimentano questo sistema hanno acquisito un valore elevatissimo, conferendo a coloro che le possiedono e le gestiscono poteri ugualmente sterminati. Nella società capitalista la fotografia non domina soltanto l’immaginario, ma molto di più”.

Armin Linke, CERN, Large Hadron Collider (LHC), Ginevra, Svizzera, 2019. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara

IMAGE CAPITAL esplora questi processi in un percorso che parte dall’inizio della loro storia e arriva fino alle tecnologie più recenti e aggiornate. La mostra è suddivisa in sei sezioni:

Memory: sulla capacità delle fotografie di raccogliere e immagazzinare informazioni.A partire dall’idea di riproducibilità meccanica, viene qui investigata l’intrinseca natura della fotografia come strumento di registrazione, le cui potenzialità si esprimono a livelli sempre più alti con l’avvento della tecnologia digitale.

Access: sulle modalità di archiviazione, reperimento e indicizzazione delle immagini. L’associazione tra fotografia e testo (o metadati) è alla base del successo di questo medium come tecnologia dell’informazione. I metadati (parole chiave, geodati, didascalie…) non sono utili soltanto per organizzare le immagini in sistemi ordinati, ma anche per poterle ritrovare e utilizzare.

Protection: sulle strategie per la conservazione a lungo termine delle immagini e delle informazioni che contengono. Se le immagini possono essere considerate come depositi di informazioni potenzialmente deteriorabili, a loro volta devono essere protette per non venire disperse. Qui si investigano le strategie per la protezione delle immagini, dagli archivi, che possono arrivare a dimensioni monumentali, ai sistemi di back-up.

Mining: sull’analisi delle immagini e il loro utilizzo nelle tecnologie per il riconoscimento automatico. Se è vero che le fotografie contengono una grande quantità di informazioni, allo stesso modo si rendono necessari sistemi per poterle estrarre (mining). Questa sezione è dedicata a questi processi e alla conseguente possibilità di utilizzare grandi quantità (cluster) di immagini simili (da cui vengono estratte informazioni simili) per lo sviluppo di tecnologie di riconoscimento automatico, le cui applicazioni sono oggi fondamentali, particolarmente nei settori dell’industria e della sicurezza.

Imaging: sulla fotografia come sistema di visualizzazione della realtà o di un suo progetto. La fotografia viene qui osservata come sistema di visualizzazione, a partire dalla sua capacità di andare oltre i limiti dell’occhio umano fino al suo utilizzo per lo sviluppo di tecniche di rendering e modellazione digitale. Dopo essere stata a lungo considerata una prova di realtà, la fotografia costituisce in questo senso la base di partenza da cui la realtà viene progettata e costruita.

Currency: sul valore delle immagini. Dall’associazione tra fotografia e valuta al capitalismo informatico, qui si osservano i processi di attribuzione di valore alle immagini, oggi legati particolarmente alla capacità di accumularne grandi quantità e, soprattutto, di associare ad ognuna ampi set di informazioni.

Armin Linke, Università di Stoccarda, High-Performance Computing Center (HLRS), Stoccarda, Germania, 2019. Courtesy: l’artista e Vistamare Milano/Pescara
Armin Linke, Ter Laak Orchids, linea di produzione delle orchidee, Wateringen, Paesi Bassi, 2021. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara
Armin Linke, Sito di stoccaggio di Iron Mountain, Boyers (PA), USA, 2018. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara

A partire dai testi di Estelle Blaschke e dalle opere fotografiche di Armin Linke, ideatori del progetto IMAGE CAPITAL, la mostra comprende una vasta selezione di interviste, video, immagini d’archivio, pubblicazioni e altri oggetti originali. Nonostante la loro diversità, tutti questi materiali sono disposti negli spazi espositivi del MAST su uno stesso piano, senza gerarchie né priorità, con l’obiettivo di offrire agli spettatori una narrazione-esperienza tanto immersiva quanto stratificata.

Testo Curatoriale di Francesco Zanot

IMAGE CAPITAL
A partire dal momento della sua nascita, la fotografia è penetrata progressivamente in ogni ambito della società, infiltrandosi nella scienza, nell’arte, nella politica, nella comunicazione e nell’informazione, così come in ogni genere di commercio e industria. Nel corso di circa due secoli, questo medium è diventato un dispositivo fondamentale per la nostra relazione visiva con il mondo.
Image Capital racconta una storia della fotografia diversa: quella dei suoi innumerevoli utilizzi pratici e della sua funzione come tecnologia dell’informazione. La fotografia viene qui investigata come sistema di creazione, elaborazione, archiviazione, protezione e scambio di informazioni visive all’interno di differenti tipologie di processi di produzione, in particolare in ambito scientifico, culturale e
industriale. È così che, dentro questo circuito, le immagini fotografiche assumono un peculiare valore descrivibile come una vera e propria forma di capitale, per cui il loro possesso corrisponde all’acquisizione di un autentico vantaggio strategico.
La spinta all’utilizzo della fotografia come tecnologia dell’informazione è avvenuta intorno alla metà del secolo scorso, quando i processi gestionali e amministrativi di aziende e istituzioni si stavano espandendo e necessitavano di essere ottimizzati.
Molto prima dell’odierna società dell’informazione, le organizzazioni basate sul modello capitalista dipendevano fortemente dai sistemi di comunicazione e di accesso alle informazioni, che grazie alla fotografia sono migliorati esponenzialmente fino a consentire lo sviluppo delle industrie globali e di vasti apparati governativi.
Poi è venuta la fotografia digitale, che ha svolto i compiti fino a qui descritti in maniera sempre più efficiente, provocando un vero e proprio salto di scala. Le macchine riconoscono automaticamente i soggetti posti davanti all’obiettivo della fotocamera, i software governano interi processi di produzione grazie alle informazioni fornite dagli occhi artificiali montati sui nuovi robot industriali, mentre gli algoritmi collegano tra loro immagini apparentemente lontane e le scelgono al posto nostro. Anziché essere soltanto i soggetti delle fotografie, gli oggetti del nostro mondo vengono oggi costruiti sulla base delle fotografie stesse e delle loro rielaborazioni, invertendo un rapporto precedente unidirezionale. Al di là dello specifico fotografico, queste trasformazioni portano con sé alcune fondamentali ricadute sul piano economico e politico: le grandi masse di immagini che alimentano questo sistema hanno acquisito un valore elevatissimo, conferendo a coloro che le possiedono e sanno come gestirle ed elaborarle poteri ugualmente sterminati. Nella società capitalista la fotografia non domina soltanto l’immaginario, ma molto di più.

Image Capital esplora questi processi, la loro storia e la loro attualità, in un percorso suddiviso in sei sezioni:

– Memory: sulla capacità delle immagini di raccogliere e immagazzinare informazioni.
– Access: sulle modalità di archiviazione, indicizzazione e reperimento delle immagini.
– Protection: sulle strategie per la conservazione di lungo termine delle immagini e delle informazioni che contengono.
– Mining: sull’analisi delle immagini e il loro utilizzo nelle tecnologie per il riconoscimento automatico.
– Imaging: sulla fotografia come sistema di visualizzazione della realtà o di un suo progetto.
– Currency: sul valore delle immagini.

A partire dalla ricerca condivisa, dai testi di Estelle Blaschke e dalle opere fotografiche di Armin Linke, ideatori del progetto di Image Capital, la mostra comprende una vasta selezione di interviste, video, immagini d’archivio, pubblicazioni e altri oggetti originali. Nonostante la loro diversità, tutti questi materiali sono disposti nello spazio espositivo su uno stesso piano, senza gerarchie né priorità, con l’obiettivo di offrire agli spettatori una narrazione/esperienza tanto immersiva quanto stratificata. Immagini e parole sono qui strettamente legate e interdipendenti, si chiariscono e si modificano a vicenda, in un percorso aperto come le dinamiche in continua trasformazione che raccontano.

Fotografo sconosciuto, pubblicità della Recordak con etichetta "Tutti questi assegni in 30 metri di rullino. Un bel risparmio", 1955 c. Università di Rochester, Libri Rari, Collezioni Speciali e Conservazione (RBSCP), Kodak Historical Collection

Progetto espositivo in collaborazione tra FONDAZIONE MAST, Bologna, MUSEUM FOLKWANG, Essen, CENTRE POMPIDOU, Paris e DEUTSCHE BÖRSE PHOTOGRAPHY FOUNDATION, Frankfurt/Eschborn.

La mostra è accompagnata da un booklet informativo gratuito.

È previsto inoltre un programma di eventi con ingresso gratuito su prenotazione: talk, proiezioni e attività didattiche legati ai temi della mostra.

 

 

FONDAZIONE MAST

via Speranza 42, Bologna

www.mast.org

 

IMAGE CAPITAL

22 settembre 2022 – 8 gennaio 2023

Ingresso gratuito

Martedì – Domenica 10 – 19

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