Il lavoro di Mario Giacomelli: una riflessione sulla calabresità perduta.
L’inaugurazione della mostra permanente, composta da 25 fotografie scattate nella Calabria degli anni ’80, si terrà domenica 10 settembre al MABOS – Sorbo San Basile
Alle porte della Sila Catanzarese, grazie alla collaborazione con la Fondazione-Archivio Mario Giacomelli, saranno esposte in una mostra permanente 25 fotografie giacomelliane scattate nei paesi dell’entroterra calabrese negli anni ’80, tra la pura bellezza della potente umiltà e il mistero di una terra dominata da forti contrasti.
Ad alzare il sipario su queste opere che, come evidenzia il testo della curatrice Katiuscia Biondi Giacomelli nonché direttrice artistica dell’Associazione Archivio Mario Giacomelli, ritraggono persone comuni sospese in un’immobilità perenne fatta di piccole cose quotidiane, chiuse in un moto perpetuo, intorno a un centro in cui tutto gravita e vi è assorbito, sarà un vernissage, impreziosito da talk e performance artistiche.
La giornata di domenica 10 settembre, infatti, avrà inizio, alle ore 9, con un momento divulgativo sul fotografo marchigiano alla presenza di Katiuscia Biondi Giacomelli, Antonio Armentano, cultore della fotografia, e Caterina Martino, docente eCampus e docente Unical. Si proseguirà alle ore 11, con un talk in collegamento streaming con Mario Cresci, tra i più grandi protagonisti della fotografia italiana, che, presentato dal fotografo Massimo Mastrolillo, racconterà aneddoti, esperienze e relazioni personali e professionali con Giacomelli.
Alle ore 15, l’apertura ufficiale della mostra permanente “Camera Oscura” a cura del fondatore e della direttrice del MABOS, Mario Talarico ed Elisabetta Longo, preceduti dal saluto istituzionale e dalle riflessioni del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e del sindaco di Sorbo San Basile, Vincenzo Nania. L’inaugurazione sarà scandita dalla competenza della curatrice della mostra, Katiuscia Biondi Giacomelli, dai versi del “Canto dei nuovi emigranti” interpretati dall’attrice Lara Chiellino, da interventi performativi a cura di Scenari Visibili-Tip Teatro. A suggellare l’intensa giornata, alle ore 18.30, sarà il concerto del cantautore calabrese Carmine Torchia.
“Qualche anno fa, casualmente, mi sono ritrovato tra le mani alcune fotografie in bianco e nero che, al primo sguardo, sembravano poco riuscite. In realtà erano immagini volutamente imperfette, contraddistinte da un’essenza eterea, astratta. Provocavano un impatto così forte che decisi di soffermare la mia attenzione” così Mario Talarico, fondatore del MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila), ricorda l’origine della sua passione per gli scatti di Mario Giacomelli, fotografo riconosciuto a livello mondiale per il suo originale linguaggio fotografico nonché autore del progetto “Il canto nei nuovi emigranti” ispirato dal poeta calabrese Franco Costabile.
“Abbiamo deciso di allestire la mostra permanente in punto strategico del percorso museale all’aperto, in prossimità dell’Area Sacred Forms, offrendo la possibilità di entrare in stretta relazione e interazione con il dialogo poetico” spiega Elisabetta Longo, direttrice del museo fondato nel 2017, orgogliosa del progetto che rappresenta un’occasione di ricognizione e riappropriazione di un pezzo di storia calabrese, italiana.
“Attraverso questi scatti in cui è evidente che Giacomelli rifiuta le regole della fotografia estetica per addentrarsi nella materia delle cose e guardarle senza sovrastrutture, così come Costabile rifugge da un verso cantabile e adotta il verso sciolto, offriamo ai visitatori la possibilità di guardare dentro le pieghe di un popolo nonché tra i contrasti stridenti dei luoghi raccontati in versi e per immagini, mostrando sempre vicinanza agli ultimi con lo sguardo volto alle nuove generazioni” chiosano Talarico e Longo invitando appassionati, fotoamatori, istituzioni culturali a prendere parte a un evento che rappresenta il coronamento di un’operazione di grande valore per il MABOS e di rilevanza nazionale.
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