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A TUTTO POP CON ANDY WARHOL-Due mostre per celebrare le opere della più celebre icona pop del mondo.

di Paolo Ranzani

ANDY WARHOL: La pubblicità della forma

Dal 22 ottobre 2022 al 26 marzo 2023

Fabbrica del vapore – MILANO, promossa e prodotta da Comune di Milano–Cultura e Navigare a cura di Achille Bonito Oliva con la collaborazione di Edoardo Falcioni.

https://www.navigaresrl.com/mostra/andy-warhol/

 

ANDY WARHOL: ICONA POP

Dal 30 Settembre 2022 al 29 Gennaio 2023 –

Padova, Centro Culturale Altinate | San Gaetano

a cura di Simona Occioni, affiancata da Alessandra Mazzoleni, con un percorso espositivo ideato da Daniel Buso. La Mostra è organizzata da ARTIKA di Daniel Buso e Elena Zannoni, in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e Città di Padova.

https://studioesseci.net/mostre/andy-warhol-icona-pop/

Warhol era particolarmente eclettico, infatti per definirlo occorrono parecchi ruoli, è stato un pittore, grafico, illustratore, scultore, sceneggiatore, produttore cinematografico, produttore televisivo, regista, direttore della fotografia e attore statunitense, figura predominante del movimento della Pop art e di sicuro uno dei più influenti artisti del XX secolo.

Il gesto che lo rese più famoso fu la serialità con cui rappresentò oggetti e persone che diventarono le icone del modo di vivere americano, come una fotocamera che registra in modo freddo e impersonale quello che accade nel mondo, la serigrafia permetteva quindi quel distacco per porre l’accento sulla sua personalissima visione. Disse: “La macchina non mente” e la tecnica utilizzata era forse più importante dell’idea creativa, ne faceva parte, era, essa stessa, all’interno del gesto e non il mezzo finale con cui realizzarla.

Uno dei ritratti più iconici è quello di Marylin Monroe , lei rappresentava, dopo la sua morte, quanto di più si potesse immaginare, ciò che regnava nell’immaginario collettivo. Warhol utilizzò la foto che più venne utilizzata per ricordarla e la riprodusse in serie “separate”, come recita il titolo Shot Orange Marylin (1964), ovvero “Marylin separata in arancione”.

© The Andy Warhol Foundation for the visual arts/artists right society ARS, New York

Questo modo di non prendere mai una posizione etica lo rese ancora più celebre, infatti ancora oggi viene ricordato come uno degli artisti più ambigui della storia dell’arte.

Fedele alla funzione di “registratore”, Warhol riservò lo stesso trattamento a Mao Tse-Tung e a Jacqueline Kennedy.

Poi toccò a sé stesso. Diventato lui stesso un mito, Warhol realizzo il suo autoritratto, la propria icona, utilizzò una fotografia che lo ritraeva realizzata dal fotografo Malcom Kirk e produsse “Self-portrait del 1967”, opera che nel 1977 decise di triplicare. Self-portrait (1977).

In questi ultimi anni Andy Warhol si presenta al grande pubblico come il padre spirituale di una nuova generazione di artisti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring e nella famosa Factory di New York realizzerà nuovi simbolismi, sperimentazioni e omaggi al passato.

© The Andy Warhol Foundation for the visual arts/artists right society ARS, New York
© The Andy Warhol Foundation for the visual arts/artists right society ARS, New York

Morì a 58 anni a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea. L’artista soffriva da quindici anni di colecisti e almeno un mese prima della sua morte stava male, anche se cercava di nasconderlo. L’artista aveva poi paura degli ospedali e tentennò molto ad andare lì. Fino a quando non si decise di farsi visitare dal chirurgo Bjorn Thorbjarnarson. Durante l’operazione il chirurgo trovò la cistifellea ormai in cancrena, tanto da andare in frantumi appena rimossa. Wharol era infine disidratato e nell’ultimo mese anche poco nutrito. Dopo l’operazione Thorbjarnarson ricostruì la parete addominale dell’artista, confermando che tutto fosse andato a buon fine. Quando però un’infermiera lo andò a controllare dopo qualche ora, lo trovò morto. Secondo l’autopsia il decesso era avvenuto per fibrillazione ventricolari, causa principale di arresto cardiaco.


Ogni cosa ripete se stessa. È stupefacente che tutti siano convinti che ogni cosa sia nuova, quando in realtà altro non è se non una ripetizione.”

Andy Warhol

© The Andy Warhol Foundation for the visual arts/artists right society ARS, New York

Nel 1993 venne realizzato un museo dedicato interamente ad Andy Warhol a Pittsburgh, nella sua città natale. Il museo ospita la più grande collezione delle opere d’arte e materiali d’archivio dell’artista americano. Dipinti, disegni, illustrazioni commerciali e fotografie coprono l’intera gamma della carriera di Warhol, dai suoi primi lavori da studente fino ai dipinti della Pop Art. Rimanendo sempre oltreoceano al MoMa (Museum of Modern Art) è possibile vedere alcune delle opere più famose come Flowers (1964) e Marylin Monroe (1967). Al Solomon R. Guggenheim Museum di New York sono conservati gli autoritratti del 1986, Electric Chairs (1964) e Orange Disaster (1963). Altre opere come Skulls (1976), Liz Taylor (1965) oppure Gun (1981) si trovano invece al Tate Modern di Londra.

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