Tra produzione e distribuzione, tra mercato fotografico, forniture per le forze speciali e per… bambini. La realtà tutta italiana di Plaber è un mix particolare di tutto questo, ma ogni sezione aziendale è orientata da una filosofia comune: alta qualità e prodotti che si rivolgono a mercati specifici. Un’impostazione che ha permesso all’azienda di Bassano del Grappa di resistere senza particolari difficoltà anche ai riflessi economici negativi determinati dalla pandemia da Covid-19 (il calo di fatturato è stato di appena il 4% rispetto all’anno precedente).
A parlarci della realtà di Plaber e dei marchi ad essa collegati è Mattia Toffano, Responsabile commerciale Italia dell’azienda nata nel 2006: «Plaber nasce dando vita al marchio Hprc – ci spiega – che sin dall’origine si occupa di realizzare valige in resina ad alte prestazioni, specifiche per prodotti tecnologici. Principalmente forniamo aziende di noleggio attrezzatura tecnica, militari e forze speciali. Recentemente abbiamo inserito anche la linea “Ready” attraverso la quale sviluppiamo e forniamo prodotti orientati soprattutto al mondo fotografico e video più “consumer”».
Il marchio è distribuito in 80 Paesi nel mondo e conta su una produzione totalmente made in Italy: «Abbiamo sempre scelto di lavorare sulla qualità dei prodotti. Per questo motivo ogni singolo componente dei nostri prodotti è realizzato in Italia (la produzione è a Reggio Emilia e occupa circa 30 dipendenti, ndc). Inoltre, abbiamo sempre scelto di investire in Ricerca e Sviluppo cercando di migliorarci ogni giorno di più».
Quando ci si rivolge al mercato fotografico, è facile che non ci siano due utenti con le medesime esigenze di trasporto perché ogni fotografo ha un suo set-up e una sua attrezzatura preferita. Come riuscite a rispondere a queste esigenze così diversificate?
«Abbiamo investito nel tempo in macchinari che ci consentono un altissimo grado di personalizzazione dei prodotti, quindi abbiamo la possibilità di realizzare tagli e sagomature specifici. Stiamo lavorando molto su questo aspetto con la finalità di arrivare ad avere un database di dati sui prodotti da custodire tale per cui praticamente ogni cliente potrà comporre la sua valigia. È un progetto a lungo termine, certo, ma ci crediamo fortemente».
Recentemente Apple ha introdotto AirTag: avete mai pensato a introdurre un sistema di sicurezza analogo nei vostri prodotti?
«Abbiamo pensato già diverso tempo fa ad inserire un chip nella maniglia delle valigie che consentisse il tracciamento in tempo reale. Tuttavia, a parte i costi, ci sono limitazioni imposte dalle normative sulla privacy: ma ci stiamo lavorando. In ogni caso, per quella che è la nostra clientela, il fatto che le valigie siano praticamente indistruttibili e abbiano dei sistemi di sicurezza specifici per le chiusure, ci consente di fornire prodotti altamente affidabili».
Produzione a parte, Plaber ha deciso di orientarsi anche sulla distribuzione di prodotti, principalmente legati al mondo fotografico, in Italia e in Europa. Lomography, PeakDesign e Ona sono le proposte che offrite: perché avete scelto questi brand?
«Abbiamo sempre puntato su prodotti particolari, che avessero caratteristiche specifiche e anche un certo “carattere”. Tutti e tre questi brand rispettano questa filosofia perché realizzano prodotti di qualità dal design ricercato e quindi si rivolgono a clienti specifici».
Tra questi spicca Lomography che negli ultimi anni ha saputo solleticare l’interesse di una fetta di mercato.
«Devo dire che è un’azienda che ci sta dando soddisfazioni e lo ha fatto anche durante la pandemia. Il primo lockdown ha portato tanti utenti a riscoprire il gusto della pellicola fotografica, dello sviluppo istantaneo o addirittura della camera oscura. Lomography è quindi stata capace di rispondere immediatamente all’esigenza. Inoltre era già diventato un marchio iconico e questo ne ha amplificato i risultati».
Quali sono i prodotti più apprezzati di Lomography?
«Certamente le pellicole. Il bianco e nero in stile cinema è un best seller sempre più apprezzato. E poi ci sono la Lady Grey, la Metropolis e la Purple i cui risultati di vendita sono ottimi. Quanto ai formati, il 35mm è sicuramente quello più venduto, resiste il 120mm, mentre il 110mm è per una nicchia di consumatori».
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Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.
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