
“In direzione ostinata e contraria”: verrebbe da citare Fabrizio De Andrè nel parlare di Pentax (Ricoh) e del suo modo di approcciarsi al mercato fotografico. Forte delle sue convinzioni e di una linea commerciale in aperta controtendenza, il marchio della Casa giapponese concentra i suoi sforzi di ricerca e sviluppo dove la concorrenza pare aver smesso di interessarsi.
Una strategia commerciale, certo, che però prende le mosse da una filosofia aziendale radicata negli oltre 100 anni di attività di Ricoh e che oggi marca la differenza sotto il profilo degli output offerti ai consumatori.
Abbiamo quindi deciso di fare un punto su Pentax e su Ricoh con Luca Simone, Product & Brand manager Pentax per Fowa, l’azienda che distribuisce, tra gli altri, il marchio in Italia.
Facciamo un passo indietro, Luca: com’è stato il 2020 per Pentax?
«Un anno certamente non positivo, com’è semplice intuire. Ma meno negativo di quanto il calo dell’intero comparto fotografico lascerebbe pensare. E forse, ma non solo, è anche merito della filosofia commerciale del brand che si basa soprattutto sulle emozioni che una fotografia deve trasmettere al fotografo mentre la sta realizzando».
In che senso?
«Pentax continua a credere convintamente nel mercato delle reflex perché il concetto per cui fotografo e soggetto debbano essere in diretta connessione è attuabile solo con quel tipo di prodotto. Ogni altra soluzione significa “intermediare” il rapporto tra l’occhio del fotografo e ciò che c’è dall’altra parte dell’obiettivo».
Il 2021 quindi vedrà Pentax sempre attenta al mercato reflex.
«Anche per Pentax la speranza è che il 2021 sia l’anno della ripresa, ovviamente. E la nuova K3 mark III è il prodotto su cui il marchio ha deciso di puntare convintamente che va proprio nella direzione di cui parlavo prima e cioè della connessione sempre migliore e più diretta tra fotografo e soggetto. Come? Ad esempio grazie ad un mirino ottico mai visto prima che non solo copre il 100% del frame, ma ingrandisce di 1,05x l’immagine così da rendere più coinvolgente l’esperienza di scatto. Quello delle reflex non è un mercato che morirà e in questo comparto, Pentax avrà un futuro da marchio premium».
Pentax è marchio Ricoh. E la stessa filosofia si ritrova in altri prodotti che altri brand forse considerano desueti o comunque in declino come le compatte.
«Sì, un esempio è la GR III che certamente non può essere definita come una compatta destinata al mercato consumer, quanto piuttosto ad utenti avanzati che cercano praticità e massima portabilità da abbinare alla qualità di un prodotto di fascia alta. È un prodotto che, ad esempio, risulta molto utile nella streetphotography».
Ricoh, già 5 anni fa, ha scelto di puntare su un altro prodotto “particolare” che oggi ha un mercato che si è espanso: mi riferisco alla Theta e a tutto ciò che è il mondo di foto e video 360°.
«La Casa ha avuto la capacità di capire tempo fa quale sarebbero state le prospettive delle immagini a 360° e ha puntato decisamente verso il mercato B2B, rivolgendosi quindi principalmente ad agenzie immobiliari o al settore automotive. Questo ha permesso al prodotto Theta di essere il riferimento per tutto il segmento».
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Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.
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