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A tu per tu con Dario Urso (Fowa) alla scoperta dei segreti di Lumix

di Alessandro Tarantino

Gli ultimi due anni hanno visto la serie Lumix di Panasonic fare un deciso passo in avanti nel segmento mirrorless Full-Frame. Un percorso che si è tradotto in una line-up di prodotti dedicati sia alla fotografia che al video e caratterizzati dalla filosofia aziendale di voler eccellere nel settore. Così, alla qualità dell’hardware e del software, si è aggiunta una politica commerciale diametralmente opposta rispetto a quella degli altri produttori di cui l’azienda sta raccogliendo ora i frutti. Questi temi sono stati al centro della chiacchierata con Dario Urso, Sales Manager per il Sud Italia di Fowa, l’azienda che distribuisce Lumix nel nostro Paese.

Dario, parliamo della Serie S di Lumix che pochi mesi fa è stata ampliata con S5 dopo S1, S1R e S1H.

«Lumix ha inteso investire fortemente sulle Full-Frame. Senza tralasciare gli ottimi risultati ottenuti nel comparto Micro 4/3, anzi attingendo a piene mani da quell’esperienza, Panasonic ha voluto puntare soprattutto sui professionisti, sia della foto che del video e del cinema, con prodotti dedicati e dalle alte prestazioni. È nata così la Serie S che porta con sé tantissimi innovazioni tecnologiche ed un livello qualitativo veramente elevato».

Parliamo di queste innovazioni: Ricerca & Sviluppo di Panasonic si sono concentrati sia sul comparto hardware che su quello software.

«Innanzitutto mi fa piacere ricordare come le Lumix possano vantare una fedeltà incredibile dei colori rispetto alla realtà. Inoltre, il file raw di Lumix riesce ad essere più dettagliato di quello dei concorrenti, garantendo così una gamma dinamica molto elevata senza perdita di informazioni e senza artefatti. Questi sono elementi molto importanti nella valutazione della qualità globale. Ma a questi si aggiunge una caratteristica che credo sia veramente vincente: il post-focus. In pratica, dopo aver scattato, è possibile scegliere su cosa mettere a fuoco: è una novità rilevante che è attuata grazie ad un grandissimo lavoro in sinergia tra hardware e software ed è stato possibile grazie al know-how sviluppato da Panasonic nel settore video. Permette, poi, di stampare senza particolari rinunce: scattando in post-focus nella modalità 6K, l’output è un file da 18mp che può essere usato come meglio si crede. Per comprendere il grande lavoro fatto, basti pensare che il software deve riuscire ad eseguire una larga serie di scatti a diversi piani focali, da macro a infinito, e per farlo ha bisogno di un hardware capace di assecondarlo in pochissimi istanti».

Non solo tecnologia on-camera, ma anche software esterni.

«Panasonic ha lavorato per sviluppare sistemi di controllo remoto della camera che fossero ad alta efficienza. Lumix Sync e Lumix Tether permettono, praticamente a latenza zero, di comandare ogni parametro della macchina a distanza, ampliando le possibilità di utilizzo e di scatto»·

Capitolo ergonomia e facilità di utilizzo: nel campo mirrorless sono due aspetti che pesano nella valutazione del prodotto. Qual è la filosofia di Lumix?

«L’ergonomia credo sia molto elevata: con pollice e indice è possibile accedere ad ogni funzione in pochi istanti. In più, ogni tasto è personalizzabile dall’utente e il grip è sempre buono. Penso che queste siano le risposte cercate dall’utenza».

Commercialmente parlando, Panasonic ha optato per una politica differente rispetto a tutti gli altri produttori.

«Panasonic punta a fidelizzare i clienti e a tranquillizzarli mettendo al sicuro il loro acquisto. È una politica che porta, ad esempio, a rilasciare aggiornamenti software molto importanti anche a distanza di anni dall’uscita sul mercato del prodotto. Aggiornamenti gratuiti che però aggiungono funzionalità sempre al passo con la tecnologia attuale, permettendo all’utente di mantenere il valore dell’acquisto fatto negli anni. Questo può avvenire soprattutto perché i prodotti arrivano sul mercato con una tecnologia avanzata rispetto ai concorrenti e quindi è possibile ampliare le funzioni man mano che il mercato progredisce, senza costringere i clienti a comprare nuovi prodotti».

Con un approccio del genere, il ciclo vitale di un prodotto è praticamente raddoppiato rispetto ai concorrenti. Che risultato ha prodotto questa politica nell’anno segnato dalla pandemia?

«Il 2020 è stato un anno complicato per tutti, ovviamente, ma Panasonic ha tenuto benissimo il mercato e ha sofferto veramente poco. Frutto, probabilmente, anche del lavoro di “semina” che ho portato avanti con Fowa nel 2019 grazie ad una miriade di incontri e workshop che hanno fatto conoscere il prodotto. Da luglio in poi, soprattutto, i risultati sono andati in crescendo e il 2021 si è aperto, direi, in maniera scoppiettante».

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