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“A Due Dita Dal Cuore” presso lo Spazio Coriolano Paparazzo

di Rita Filippone

Giovanni Cabassi con “A Due Dita Dal Cuore”, presso il centro culturale Coriolano Paparazzo, situato a Corso Mazzini 189, Catanzaro. Il titolo stesso, dal carattere evocativo, lascia intendere un viaggio intimo attraverso l’arte della fotografia: tematiche profonde e universali come l’identità, il corpo e l’emozione umana. La mostra promette di indagare la fotografia dell’umano, ponendo l’accento su ciò che ci rende vulnerabili, ma anche unici.

L’immagine e il messaggio visivo

La fotografia in copertina è potente e misteriosa, con una figura umana che sembra abbracciare se stessa in una sorta di gesto protettivo o simbolico. Le mani coprono il petto in un modo che attira immediatamente l’attenzione sugli elementi corporei più intimi, suggerendo sia un senso di vulnerabilità che di forza. I puntini neri applicati sul seno nudo della persona nell’immagine creano un’interessante ambivalenza tra protezione e svelamento, giocando con il tema della censura ma allo stesso tempo lasciando intuire la naturalezza del corpo umano.

Lo stile in bianco e nero della foto accentua i contrasti, portando alla luce non solo le sfumature fisiche della pelle, ma anche le ombre psicologiche di un corpo esposto. La scelta di tale composizione sembra voler riflettere un’indagine sul rapporto tra l’esterno e l’interno dell’individuo, sull’essenza che si nasconde appena sotto la superficie visibile.

"A Due Dita Dal Cuore" presso lo Spazio Coriolano Paparazzo

Le parole di Fernanda Pivano

A destra, un estratto di un testo di Fernanda Pivano affianca la fotografia e arricchisce ulteriormente l’esperienza visiva con una narrazione suggestiva. Pivano, con la sua nota sensibilità e profondità letteraria, offre un’introduzione poetica:

“Così il giorno non è stato più come tutti gli altri. È stato il giorno in cui sono entrata in una grande barca misteriosa e impenetrabile, la barca dove voi mi avete accolta perché già il vostro medico, un giorno che pareva come tutti gli altri, vi ci aveva accompagnato con dolcezza, cercando di non farmi paura.”

Queste parole ci trascinano in un’atmosfera riflessiva e intima, dove la percezione del tempo e dello spazio si dissolve, lasciando emergere emozioni complesse. Il “giorno che non è stato più come tutti gli altri” potrebbe riferirsi a una svolta esistenziale o a una presa di coscienza, ed è facilmente associabile al tema della mostra, che sembra proprio voler indagare momenti di trasformazione personale attraverso l’immagine fotografica.

Il contesto della mostra

Il centro culturale Coriolano Paparazzo, già noto per la promozione di iniziative artistiche di spessore, continua con questa mostra il suo impegno verso l’arte contemporanea. La fotografia, nel contesto di “A Due Dita Dal Cuore”, viene utilizzata come mezzo per esplorare l’essenza dell’umano, portando lo spettatore a riflettere non solo sul corpo in sé, ma anche su ciò che esso rappresenta nel contesto della nostra vita interiore. Ogni immagine, probabilmente, sarà un frammento di storia, un invito a guardare più da vicino cosa si nasconde “a due dita” dal nostro cuore.

L’inaugurazione della mostra, annunciata per le ore 18:30, crea un’ulteriore attesa, stimolando il pubblico a “stay tuned” e a rimanere collegato per scoprire questo viaggio visivo e sensoriale che promette di essere unico e toccante.

La combinazione tra arte visiva e testo poetico in questa grafica comunica una ricerca di senso che va oltre la semplice estetica. Giovanni Cabassi, attraverso i suoi scatti, ci invita a esplorare non solo il corpo umano, ma la complessità dell’esperienza umana stessa, fatta di silenzi, gesti, ombre e luce. La citazione di Pivano, inoltre, amplifica il valore della mostra, accostando immagini visive a riflessioni profonde che riguardano l’esistenza stessa. La scelta di un formato accessibile, con ingresso gratuito, invita chiunque a partecipare, aprendo le porte del centro culturale a una vasta gamma di pubblico. Questo evento rappresenta non solo un’occasione di incontro con l’arte della fotografia, ma anche un’opportunità per guardarsi dentro e interrogarsi su cosa ci rende veramente umani.

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